Come coniugare lo Sport e il periodo natalizio che ci apprestiamo a vivere?
Come scrivere di Sport a Natale? Questo è il quesito che ci siamo posti a TesteDiSerie.
Ci siamo ricordati quindi della storia di un Uomo, che ha saputo travalicare la dimensione di Campione acclamatissimo dello Sport e calarsi, a suo rischio e pericolo, nei panni di un eroe dell'altruismo e della carità, rappresentando in pieno quegli stessi valori che dovrebbe contraddistinguere il Natale.
L'ultimo giro d'Italia ante guerra, quello del 1940 viene vinto a sorpresa dal giovanissimo Fausto Coppi, ventenne, all'epoca militante nella medesima squadra dell'affermato Campione, Gino Bartali: la Legnano.
Durante la guerra Coppi viene reclutato e spedito in Africa; Bartali, arruolatosi nella Polizia Stradale, rimane nella sua Firenze.
Il "Pio Gino", così denominato per la propria vicinanza alla Curia, viene contattato dall'Arcivescovo di Firenze, che aveva organizzato una rete di soccorso per gli ebrei rifugiati in Italia e gli viene proposto di collaborare.
Fra il 1943 e il 1944, in un'Italia ancora occupata al centro nord dai tedeschi con la collaborazione dei fascisti, centinaia di famiglie ebree venivano ospitate (meglio dire nascoste) nei conventi; ma datisi i frequenti rastrellamenti dei nazisti e dei fascisti, bisognava trovare qualche ingegnosa soluzione.
L'idea adottata fu di procurare a costoro falsi documenti, cambiandogli identità e facendoli passare per cittadini italiani.
A Firenze vi era un espertissimo falsario che redigeva in gran segreto questi documenti su commissione della Curia.
A Gino spettò il compito di portare detta documentazione ad alcuni conventi disseminati fra la Toscana, L'Umbria e il Lazio.
In che modo ? Facendo ciò che era normale che un Campione del suo rango facesse: allenandosi in bicicletta!
Ma quella bicicletta portava a bordo quelle preziose carte, nascoste nel canotto della sella.
Certo, un Bartali che si allena per le strade appenniniche non avrebbe dovuto generar sospetti, tuttavia i rischi che Gino dovette correre furono enormi: per tradimento in tempo di guerra si finiva al plotone di esecuzione.
Nel 1944 Gino fece svariate decine di migliaia di chilometri di allenamenti, passando indenne da numerosi controlli stradali e contribuì a salvare la vita a circa 800 ebrei.
Non fu solo questo il contributo di Gino: una famiglia ebrea fu ospitata direttamente nella sua cantina sino alla liberazione di Firenze da parte delle forze alleate e furono svariate altre le collaborazioni avute con i partigiani durante la resistenza.
Alla ripresa delle ostilità, quelle sportive ovviamente, nel 1946, i tanti chilometri percorsi in quei rischiosissimi allenamenti, premiarono il nostro Gino, con la vittoria del suo terzo Giro d'Italia!
Di questa storia si è saputo quasi nulla sino a tempi relativamente recenti.
Il nostro Gino non ha mai voluto attribuirsi i meriti di questa impresa e ne fornì solamente qualche dettaglio ai familiari.
E quanto sappiamo oggi, fu rivelato solo successivamente alla sua morte dal figlio Andrea.
Articolo di: AF
(che ringraziamo come redazione per il contributo e la dedizione)