Benvenuti al nostro consueto appuntamento con la psicologia dello sport di Sportivamente Blog. Oggi parleremo di un tema gettonatissimo (continuate a seguirci per altri spunti importanti su questi temi). Uno di quei temi che infuoca gli animi degli sportivi. Eh sì, oggi parleremo proprio di loro… gli allenatori!
L’Allenatore: Il Ruolo Chiave nel Successo Sportivo
L’allenatore è una figura centrale nel mondo dello sport e non credo di esagerare nel paragonarlo all’Eminenza Grigia che muove i fili del successo di una squadra o di un atleta. Precedentemente lo abbiamo associato alla figura mitologica di Chirone, metà uomo e metà bestia ma nell’allenatore convergono in realtà molto più che due sole parti. Il suo compito infatti, oltre la semplice gestione degli allenamenti e delle strategie di gioco è quello di motivare, ispirare e guidare la squadra o l’atleta verso il miglioramento continuo e credetemi… non è cosa da poco.
Il Ruolo dell’Allenatore
L’allenatore può essere considerato un leader, un educatore e persino un mentore. La sua influenza va oltre il campo di gioco ed in genere ha un forte impatto anche sulla crescita personale e professionale di squadre e atleti. A prescindere dalla disciplina, l’allenatore si ritrova generalmente a:
• Preparare tecnicamente: trasmettendo agli atleti le competenze necessarie per praticare al meglio, integrando tecniche, schemi di gioco e strategie con la propria esperienza diretta;
• Preparare fisicamente: pianificando allenamenti in base alle necessità e alle esigenze dei singoli atleti, migliorando resistenza, forza, velocità e coordinazione, ma sopratutto tarando l’allenamento sul livello di preparazione dell’atleta;
• Pensare strategicamente: studiando le migliori strategie di gara, analizzando gli avversari e adattando il piano di gioco ad ogni singola situazione;
• Motivare e incoraggiare gli atleti: incoraggiando gli atleti nei momenti di difficoltà, aiutandoli a superare gli ostacoli e spronandoli a dare il massimo;
• Unire il gruppo: creando un ambiente sano in cui le relazioni fioriscono spontaneamente, attraverso lo spirito di squadra e l’amore per lo sport.
Ma queste naturalmente sono solo alcune delle cose che un allenatore si ritrova a fare, sopratutto se consideriamo che ogni sport si caratterizza per necessità e peculiarità quasi uniche.
L’Impatto dell’Allenatore sull’Atleta
Se dopo quanto vi ho scritto non siete ancora convinti di quanto questo ruolo sia difficile, allora vuol dire che non avete idea dell’impatto che un allenatore può avere sull’equilibrio e la carriera di un atleta. Non è infatti raro che molti atleti siano profondamente grati ai loro allenatori, proprio perché riconoscono il ruolo determinante che spesso hanno avuto nel raggiungimento dei loro obiettivi.
Ma come fa un allenatore a fare tutte queste cose?
Sono sicuro che molti di voi, leggendo la quantità di cose che un allenatore si ritrova a fare all’interno del suo ruolo, staranno già facendo un paragone con gli allenatori che conoscono, un pò come si faceva con le figurine quando cercavamo quelle mancanti. È inevitabile che quando si decide di intraprendere un ruolo così complesso sia facile risultare manchevoli. Questo però è ciò che probabilmente succederebbe confrontando qualsiasi ruolo lavorativo con quanto viene riportato, su quel ruolo, all’interno di un manuale. Quindi come si fa ad essere un buon allenatore? A sviluppare le competenze necessarie per svolgere al meglio questo ruolo? Nell’unico modo possibile: con l’esperienza, la passione e tanta, tanta preparazione.
Il ruolo nascosto dell’allenatore
Beh, che dire!? A fare gli allenatori di certo non ci si annoia. Come avete visto essere un buon allenatore non è semplice. Perché oltre a dover lavorare sulle proprie competenze l’allenatore (è questo ve l’ho già detto negli scorsi articoli;-)) è il nostro “psicologo” sul campo. Il nostro osservatore “occulto”.
É sempre più frequente che l’allenatore, quale osservatore privilegiato, possa essere il primo, al pari di altre figure che circondano l’atleta, a poter riconoscere importanti segnali di disagio. E non solo, perché il suo ruolo è anche quello di creare un clima all’interno del quale molteplici fattori di protezione possono impedire al disagio di dilagare senza controllo.
È così che l’allenatore diventa uno dei più grandi promotori della salute mentale aiutando gli atleti a diventare più resilienti. Come? In realtà in molti modi e 3 di questi sono fondamentali, vediamoli insieme:
1. Creare un Clima di Fiducia e Comunicazione
Uno sportivo che possa sentirsi ascoltato e compreso è uno sportivo che si sente accolto. L’allenatore pertanto deve impegnarsi nel costruire un rapporto basato sulla fiducia, in cui l’atleta possa esprimersi liberamente.
2. Bilanciare Pressione e Motivazione
L’allenatore deve trovare il giusto equilibrio tra la spinta a migliorarsi e il rispetto dei limiti psicologici dell’atleta, al fine di evitare che la pratica sportiva da fattore di protezione possa diventare un fattore di rischio.
3. Riconoscere i Segnali di Allarme ed Intervenire
L’allenatore deve essere molto attento ad alcuni segnali che possono essere considerati, più di altri, dei campanelli d’allarme:
• Cambiamenti improvvisi nel comportamento o nella motivazione.
• Difficoltà a concentrarsi o calo improvviso della performance.
• Isolamento dai compagni di squadra o irritabilità eccessiva.
E quindi?
So che può sembrare difficile. Ma forse fare bene il proprio lavoro è effettivamente qualcosa di complesso e lo stesso vale anche per coloro che vogliono fare gli allenatori. Oggi abbiamo stilato una sorta di vademecum dell’allenatore ed è sicuramente utile per tutti coloro che già svolgono o vogliono svolgere questa bellissima professione (si esatto, professione!), ma non ho parlato della cosa più importante: la motivazione che spinge una persona ad intraprendere questa carriera.
Se l’allenatore vuole essere una guida per le persone che lo seguono, deve essere in equilibrio. Del resto, se l’allenatore nega a se stesso il proprio “malessere” come può riconoscerlo negli altri? E non solo, deve essere consapevole della sfida più grande: riuscire a trovare una via di mezzo fra la necessità di vincere e la preservazione della salute mentale dell’atleta. Investire nella formazione degli allenatori sulla salute mentale e promuovere una cultura sportiva che metta al centro il benessere degli atleti è essenziale per costruire un futuro in cui lo sport sia sinonimo di crescita, realizzazione e benessere e non solo di vittorie e record.
Conclusioni
E quindi cari testoni? cosa ne pensate? Avreste mai immaginato che fare l’allenatore potesse essere così complesso? Qual è la vostra esperienza?
Ad una prossima puntata con SportivaMente!!!
Alessandro