Parabola Matematica di Pallacanestro.

Parabola Matematica di Pallacanestro.

Di Marco Moscatelli

"Una parabola è una curva algebrica piana del 2° ordine, definita come l'insieme di tutti i punti che sono equidistanti da un punto fisso chiamato fuoco (F) e da una retta fissa (d) chiamata direttrice non passante per il punto F."

ahahah i matematici spesso si divertono a complicare concetti che potrebbero essere abbastanza semplici, chissà perché lo fanno? Forse perché vogliono che la matematica la capiscano in pochi, forse perché è il loro linguaggio, forse perché vogliono mandare un messaggio chiaro a chi si vuole avvicinare a questa materia oppure forse perché semplicemente la matematica è così: rigorosa, non deve dare spazio a fraintendimenti e quindi meglio fornire dettagli in più in una definizione piuttosto che lasciare dubbi; la matematica è e deve essere così: inattaccabile.

Ma parliamo di parabole che è meglio, o meglio, parliamo di parabole applicate alla pallacanestro.
Ho iniziato a giocare a pallacanestro all'età di 5 o 6 anni solo perché mamma non voleva farmi giocare a calcio e di questo la ringrazio tantissimo perché la pallacanestro è stata ed è la mia vita; se vogliamo ridurre a zero il gioco della pallacanestro potremmo dire che principalmente il gioco è fatto di tiro, passaggio, palleggio e se guardassimo solo questi 3 aspetti del gioco potremmo dividere anche matematicamente questi 3 argomenti. Se infatti ci proiettassimo su un piano cartesiano, quelle 2 freccine x,y messe perpendicolari fra loro, e ipoteticamente ci disegnassimo sopra un bambino stilizzato con una palla potremmo descrivere le traiettorie di palleggio, passaggio e tiro.

Il palleggio:  parte da una mano e può finire nella stessa mano o nell'altra mano, può essere da fermo o in movimento. Ad esempio il palleggio da fermo che parte da una mano e finisce nella stessa mano disegna un segmento, è come disegnare una riga e ripassarla; sempre da fermo ma finendo nell'altra mano potremmo dire che si crei una sorta di V e così via. Certo se vi palleggiate sul piede allora è un altro discorso!

Il passaggio: parte dalle nostre mani e, teoricamente, se non la regalate agli avversari, dovrebbe terminare nelle mani di un vostro compagno. Quindi sul piano cartesiano ci vogliono 2 bambini o o mini se preferite. Quello che viene tracciato è, come prima, un segmento oppure una spezzata (tipo se fate un passaggio schiacciato a terra). Sembra non esserci differenza con il palleggio, ma in realtà se ci aggiungiamo il passaggio baseball (tipo quello che faceva Stonerook) allora la traiettoria è una parabola. Possiamo dire che il passaggio è un mix tra parabole e linee.

Il tiro: il tiro determina necessariamente una parabola, a meno che non tiriate una sassata contro al ferro e allora in quel caso meglio andare a fare un altro sport. Se infatti sul piano disegnate anche un canestro allora il tiro stilizzato è una parabola, non fate una linea dritta, quella è la sassata di cui sopra.

Passaggio, palleggio, tiro, descritti da funzioni matematiche!- Figo, no?!
Ma il punto non è questo, in questi ultimi anni la scienza applicata allo sport ha fatto grossi passi in avanti, tutto può essere descritto e analizzato dalla matematica; giusto per fare un esempio è possibile spezzare una partita di pallacanestro in azioni suddividendole per tipologia (tipo estrarre tutte le transizioni oppure tutti i falli di un giocatore ecc.), il tutto automaticamente.
Vorrei porre l'attenzione su una questione vista ovviamente dal mio punto di vista "matematico": il tiro. La frase "alza la parabola" l'avrò sentita due miliardi di volte nelle palestre di tutta la Lombardia e spesso in maniera ingiustificata. A parte che trovo curioso che si parli di parabola senza sapere la definizione corretta ma va beh, ci passo sopra; detta sta ca**ata non sempre "alzare la parabola" è il giusto suggerimento per il tiro sbagliato, che poi, alzare la parabola cosa vuol dire? Vuol dire farla partire da un punto più alto e quindi devo alzare di più le braccia? Tipo mi metto su una scala? Oppure vuole dire alzare il vertice, il punto massimo? E ma di quanto lo devo alzare? Che forza devo dare?

Scrivo questo stesso articolo a causa del mio amore per Nowitzki e Curry: del primo ricordo ancora le super parabole partendo già da un'altezza discreta; ah no di lui ricordo anche il gesto che faceva con la maglietta (credo si tirasse su la maglietta dalla spalla almeno 2000 volte a partita), per colpa sua oggi faccio lo stesso almeno 5 volte al giorno; del secondo invece ricordo e vivo ancora le sue parabole che partono da ogni dove del campo uscendo puntualmente dalla retina.
Ma non è questo il punto. Il punto è la forza che ci mette Curry quando fa un tiro "normale" e quando invece tira avvicinandosi a canestro; il punto è la forma della parabola quando tira da vicino per evitare stoppate e quando tira da lontano.
Dove voglio arrivare? Se guardate tirare qualsiasi tiratore, ma prendiamo Curry, per 100 volte dalla stessa posizione, oltre a fare probabilmente 100 canestri, userà la stessa forza e disegnerà più o meno la stessa parabola; probabilmente l'angolo di rilascio si avvicinerà ai 45 gradi (c'è un perché) e la palla finirà nel canestro a un po' meno di 45 gradi (c'è un perché anche a questo) ma sempre più o meno uguale in tutti i tiri che farà. Ora la questione è: facciamo fare a un normale tiratore, no dai anche a Curry, un passo in avanti; Curry dovrà riadattare forza, angoli e parabola per fare canestro.

La domanda d'oro è: si può eliminare uno dei 3 fattori in modo da dover cambiare solo 2 cose e quindi rendere il tiro più semplice? Se sì, qual è più facile da eliminare?
Lo so sono pazzo, ma lasciatemi spiegare: facendo un passo avanti e mantenendo più o meno la stessa parabola (intendo dire mantenendo il punto più alto che raggiunge la parabola) ma diminuendo la forza, sto cambiando nel mio cervello 2 delle 3 componenti citate (ci vogliono anche le gambe e la testa per tirare ma le gambe fanno parte della forza e la testa non è matematica).
Viceversa se mantengo la stessa forza, cambio angolo e la parabola raggiunge un punto più alto, ho solo 2 fattori che cambiano e non 3.
Alt! Non è necessariamente provare a fare qualcosa di diverso, ma è un punto di vista prettamente scientifico e non sono neanche sicuro che regga, sono domande che mi pongo. Tutto perché guardando tirare Curry, specialmente nel riscaldamento, quando avvicinandosi alza la parabola e sembra mantenere la stessa forza nel braccio e nelle gambe. Sembra dire: "Io uso sempre (o quasi) la stessa forza, cambio la parabola; e forse così è più facile?
No non sto dicendo che allora faremmo anche noi sempre così, di Curry ce n'è e ce ne sarà soltanto 1.

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