Più Canelo vs Crawford, grazie. - TesteDiSerie

Più Canelo vs Crawford, grazie. - TesteDiSerie

Domenica mattina (circa alle 7 ora italiana) in diretta su Netflix, è andato in onda un incontro storico tra due pugili professionisti nonché campioni indiscussi nella loro disciplina.

Il match si è chiuso con la vittoria ai punti dello statunitense, detto "Bud", il quale ha ampiamente dimostrato di meritarsi i titoli per cui ha sfidato il proprio rivale.
Non nascondo tuttavia di essere un apprezzatore del messicano, Canelo si è presentato negli Stati Uniti con classe e la cosiddetta "aura" che contraddistingue un campione del suo calibro.
Ed è stato proprio il Messicano ad ispirare questo articolo grazie alle sue dichiarazioni post-incontro.

Non ritengo di potermi cimentare in analisi tecniche dell'incontro, da appassionato e praticante della disciplina ho apprezzato la sfida per la sua importanza e spettacolarità. Non ritengo necessario fare "l'espertone" per validare il mio ego o creare inutili polemiche.
La ragione per cui invece voglio parlare di questo incontro è uscita come anticipato dalle labbra di Alvarez che, al microfono dell'intervistatore Max Kellerman, si è rivolto ai suoi supporter con una calma ed un controllo invidiabile (aveva appena perso un incontro importante prendendo letteralmente tanti pugni in faccia), dicendo queste parole:

Muchísimas gracias... una derrota no me define, no me define... al estar aquì yo ya gané.

Che tradotto in Italiano, anche se già intuibile in lingua originale, significa: Grazie, una sconfitta non mi definisce, ad esser qui ho già vinto.
I più cinici diranno: "Grazie al ca***, con tutti i milioni che prendi, esser lì è decisamente una vittoria."
Ma fermandomi a riflettere, con gli occhi stanchi dalla levataccia, ho pensato che anche calciatori, tennisti, giocatori di football e decine di altri sportivi prendono i milioni, eppure pochi hanno dimostrato la lucidità avuta, a parer mio, da Saul "Canelo" Alvarez.

La salute mentale e lo sport si trovano spesso in "attrito" proprio quando l'ossessione e l'ego dell'atleta vengono segnati da una grossa sconfitta. Abbiamo assistito ad infinite scenate nelle interviste post partita di qualsiasi sport (il calcio vince per distacco su tutti gli altri) invece in questo caso nella voce di Canelo non c'era rancore, non c'era delusione, non c'era insicurezza. Una sconfitta non mi definisce, mi sono allenato al massimo, ho fatto tutto quello che dovevo fare e sta volta ho perso. Questo è lo sport; questo è il modo di affrontare una sconfitta con "Aura". E da questo non c'è altro che da imparare.

Il rispetto tra i due pugili ha prevalso su tutto, che fosse sul ring, subito dopo l'incontro o persino nei giorni successivi... quando Crawford ha riportato le cinture ad Alvarez alla fine della sua conferenza stampa, congratulandosi ulteriormente con lui. Per questo motivo, nella Boxe, ma in realtà in qualsiasi sport, ci vorrebbero più Canelo contro Crawford, dove la sfida è lo spettacolo ed il resto non ci definisce.

 

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