Bentornati su SportivaMente, la rubrica di psicologia dello sport di Teste di Serie. Siamo ormai al nostro terzo appuntamento e vorrei parlarvi di un argomento che sta a cuore a tutti i componenti del nostro team: il forte legame fra sport e valori. Prima però, mi raccomando! Correte ad iscrivervi alla nostra newsletter in modo da non perdervi nessuno dei nostri preziosi contenuti e recuperate le puntate precedenti se ve le siete perse!!!
Ed eccoci a cominciare. Credo sia ormai chiara la nostra intenzione di approcciare la pratica sportiva nel modo più “sano” possibile (o almeno ci proviamo). Per poterlo fare risulta quindi fondamentale distinguere fra una psicologia dello sport fondata sulla prestazione, ed una psicologia dello sport fondata sulla salute mentale (e questo, lo abbiamo ripetuto più volte). Vi siete però chiesti in che modo tracciamo la sottile (ma sostanziale) linea di confine fra le due tipologie di psicologia dello sport? La risposta è alquanto semplice: i valori.
Lo sport non è solo competizione e/o prestazione fisica, ma anche un potente strumento educativo e sociale. Il legame con i compagni, la presenza di un mentore, l’aspetto competitivo e la spinta al miglioramento continuo, permettono alla persona attraverso la pratica sportiva, di apprendere e interiorizzare valori fondamentali quali il rispetto, la disciplina, la collaborazione e la resilienza. In poche parole più che ad una palestra sportiva ci troviamo di fronte ad un palestra di vita e la necessita di un approccio etico allo sport non può che risultare un elemento imprescindibile per tutti gli operatori del settore.
Un’esagerazione? Può darsi. Generalmente a questo punto mi trovo d’innanzi a due tipologie di persone: da una lato coloro che credono si stia esagerando, attribuendo alla pratica sportiva un impatto sull’individuo che in realtà non ha; dall’altra invece ci sono coloro che credono fortemente nella possibilità che lo sport possa effettivamente giocare un ruolo cruciale nella trasmissione di quei valori ritenuti fondamentali. Beh, sicuramente lo sport non è l’unico fattore coinvolto, tuttavia rispetto ad altri elementi, lo sport può avvalersi di un booster non indifferente… la dimensione ludica.
Il Ruolo del Gioco nell’Apprendimento
Forse non tutti sanno che la nostra mente può apprendere in diversi modi. A seconda del momento, dello scopo e del contesto, alcuni metodi risultano più efficaci di altri. Se per esempio ci troviamo di fronte ad un libro di testo, tenderemo ad utilizzare un’approccio diretto che, attraverso uno sforzo ripetuto, ci permetterà di memorizzare quanto ci serve. Quando invece cerchiamo di risolvere un indovinello è più probabile che la soluzione “venga a noi” improvvisamente, attraverso un processo meglio conosciuto come apprendimento per insight.
Le due modalità di cui sopra, non sono le uniche anzi, a seconda delle diverse teorie di riferimento l’apprendimento può essere classificato in molti altri modi. Ma al di là di tutto, sapete qual è la forma di apprendimento più efficace? L’apprendimento inconscio (o implicito o indiretto). Perché? È semplice:
Mentre le principale forme di apprendimento coinvolgono l’individuo in forma attiva, richiedendo uno sforzo di qualche tipo, l’apprendimento inconscio avviene a nostra insaputa cosicché non solo, non richiede alcun tipo di sforzo, ma il nostro pensiero cosciente non è in grado di opporre alcuna resistenza. Se mettete insieme tutti questi elementi vien da sé che l’apprendimento attraverso la pratica sportiva diventa di fatto quasi ineguagliabile.
Dovete sapere che il gioco ha da sempre avuto un ruolo centrale nello sviluppo dell’individuo e da più di un punto di vista (emotivo, cognitivo, sociale). Giocare è una delle principali modalità con cui i bambini esplorano il mondo, sviluppano competenze e apprendono nuove conoscenze. Ad oggi numerosi studi né hanno evidenziato l’importanza non solo nei contesti educativi, ma anche in quelli professionali, dove il gioco viene sempre più riconosciuto come uno strumento efficace per la formazione e lo sviluppo di competenze.
Sport, salute mentale e valori un intreccio fondamentale
Chiarito il ruolo del gioco nei processi di apprendimento vi è tuttavia da sottolineare un altro importante aspetto, che riguarda nello specifico l’apprendimento dei valori. Contrariamente a quanto avviene per la maggior parte di ciò che impariamo a livello didattico, i valori non possono semplicemente essere capiti, come di fatto avverrebbe attraverso la lettura di un libro. Da quest’ultimo infatti potremmo apprendere il significato di un valore, la sua definizione. Tuttavia averne appreso il significato, non ci mette nelle condizioni di aver potuto interiorizzare il valore in questione.
Questo perché l’apprendimento dei valori non passa necessariamente attraverso la conoscenza, ma attraverso l’esperienza che siamo in grado di farne. Paradossalmente potrei apprendere il rispetto (diventando una persona rispettosa) senza di fatto avere la benché minima idea del significato della parola rispetto.
Volete sapere come sia possibile? Semplice: l’apprendimento dei valori avviene in modo inconscio, sia attraverso l’osservazione del comportamento altrui sia attraverso la relazione. È inutile dire ai nostri figli di non gettare la carta per terra se poi ci vedono fare proprio ciò che gli stiamo vietando. Nella maggior parte dei casi infatti, quest’ultimi cresceranno con la brutta abitudine di gettare la carta per terra.
Ed ora, con qualche nozione in più, torniamo sul campo di gioco e spieghiamo agli scettici perché la salute mentale nello sport è così importante, ma soprattutto perché il contesto sportivo gioca un ruolo fondamentale nella trasmissione e nell’apprendimento dei valori.
Riassumendo:
- viene stimolato l’apprendimento inconscio. I valori non insegnano ma si trasmettono. Non viene chiesto ai ragazzi di apprendere ma solo di “giocare”. L’esempio dei compagni e le indicazioni del coach fanno il resto.
- Viene stimolata la spinta a voler “far parte di qualcosa”. La naturale spinta dell’essere umano verso l’aggregazione, funge da contenitore sociale per tutti quei comportamenti definiti “devianti” che andrebbero pertanto a discostarsi dai valori condivisi dal gruppo.
- Vi è un forte elemento ludico. Sia da un punto di vista psicologico che fisico, la persona attraverso la pratica sportiva è in grado di sperimentare sensazioni piacevoli, che diventano il principale motore di quello che potremmo tranquillamente definire un circolo virtuoso. Un potente meccanismo di auto-rinforzo che porta la persona, in virtù delle esperienze piacevoli sperimentate, a voler far entrare sempre di più nel gruppo di appartenenza.
- La presenza dell’allenatore. Come abbiamo già visto, la presenza dell’allenatore, a metà fra mentore e confidente, funge spesso da catalizzatore di processi. Quest’ultimo, non solo è in grado di mettere i ragazzi nella condizione di elaborare eventuali situazioni disagio, ma anche da fungere da coadiuvante di quel senso di appartenenza che abbiamo oramai capito svolgere un ruolo centrale nell’apprendimento e nella trasmissione dei valori.
Per concludere…
La lista redatta non può certamente definirsi esaustiva. A quelli già elencati se ne potrebbero aggiungere molti altri. A voi ne vengono in mente?
Ma qual è, arrivati a questo punto, il ruolo della salute mentale? Perché ci teniamo così tanto che il contesto sportivo sia un contesto di apprendimento di valori positivi? Beh, la risposta è nella domanda stessa. Il contesto sportivo è uno dei principali contesti di apprendimento, sopratutto quando si parla di giovani. Vien da sé che introdurre un ragazzo all’interno di un luogo nel quale l’obiettivo principale non è più quello di divertirsi e socializzare ma quello della prestazione e della vittoria ad ogni costo non può certo definirsi un ambiente sano. Il ruolo della salute mentale diviene pertanto fondamentale per far sì che la pratica sportiva possa essere non solo fattore di protezione, ma un bozzolo all’interno del quale la parte migliore dell’individuo è libera di emergere.
Beh, ora che siamo arrivati fin qui. Sapreste dirmi con che tipo di ambiente sportivo vi trovate coinvolti? Secondo voi i valori che vi si trasmettono sono orientati alla salute mentale? Fatecelo sapere!!!
Alla prossima!
Dott. Alessandro Acampora